La lampada iconica di Ferruccio Laviani per Kartell è perfetta anche negli spazi esterni
Illuminare le serate estiva senza disturbarne l’atmosfera magica e speciale è un’operazione che richiede cura e attenzione. Non si tratta solo di portare luce in uno spazio per renderlo fruibile ma anche di assecondare la suggestione della sera scegliendo un’illuminazione che si inserisca in modo fluido e delicato. La qualità della luce deve essere sufficiente a rendere confortevole lo spazio esterno ma non deve turbarne l’equilibrio naturale. È un approccio diverso da quello riservato agli spazi interni in cui la luce artificiale dialoga con pareti e confini. L’illuminazione esterna deve adattarsi al cielo e alle stelle, al verde della vegetazione e agli spazi aperti. In questo contesto la scelta delle lampade può seguire due direzioni: la prima è puntare sull’essenzialità e preferire luci dal design minimale che quasi scompaiono nello scenario per non turbarlo. La seconda è sperimentare con forme più audaci e caratterizzanti, inserendo nello spazio esterno lampade che si fanno notare e che allo stesso tempo si integrano nel paesaggio diventando tutt’uno con esso.
A questa seconda famiglia appartiene anche Kabuki, la lampada disegnata da Ferruccio Laviani per Kartell nel 2016. La versione originaria era destinata agli spazi interni ma in un percorso di evoluzione naturale Kabuki è diventata anche lampada per outdoor. Accade non di rado che una lampada da interno venga poi declinata anche per l’esterno ma non sempre questo passaggio è così carico di senso come nel caso della Kabuki. Si tratta di una luce da terra in cui il designer gioca con la sagoma classica di una lampada d’epoca e la rivoluziona dando pienezza ai volumi e soprattutto scegliendo un materiale e un processo produttivo di assoluta contemporaneità. La lampada è realizzata, infatti, in tecnopolimero termoplastico ad iniezione, un processo produttivo che consente di ottenere la superficie merlettata che caratterizza questa lampada.
Kabuki è una scultura che incanta lo sguardo, ha una presenza alta e articolata ma non incombe. Ecco perché, nella versione da interno caratterizza con grazia lo spazio in cui è inserita rendendo fluido l’abbinamento con altri materiali e colori presenti. Cosa succede nel passaggio dal dentro al fuori? Kabuki si accosta con naturalezza anche agli elementi tipici degli spazi outdoor: quell’effetto ricamo costruito su pieni e vuoti sembra quasi riprodurre la visione delle foglie contro il cielo. La luce attraversa i piccoli spazi vuoti creando riflessi dinamici e magici che rendono ancora più suggestiva l’atmosfera delle sere d’estate.
Il suo aspetto contemporaneo che sa evocare, allo stesso tempo, lo stile classico, la rende adatta a diversi contesti di spazio e di arredo: dal giardino al terrazzo, da un angolo di vegetazione rigogliosa a un sofisticato prato all’inglese. Anche nella sua versione per esterni, la Kabuki conserva l’effetto sorpresa di una lampada che sa unire poetica, tecnica e funzionalità. Kabuki illumina lo spazio rendendolo fruibile e confortevole assolvendo quindi le funzioni richieste a una lampada. Ma, al contrario della maggior parte delle lampade da esterno, Kabuki contribuisce in modo rilevante anche a rendere lo scenario più interessante e ricercato. Lo fa in modo delicato e poetico, proprio grazie all’idea progettuale di Laviani che, ancora una volta, riesce a valorizzare le competenze tecniche della lavorazione dei materiali plastici che caratterizzano tutta la produzione Kartell.