Focus sull’oggetto, colori attuali e in sintonia con la natura e libertà di arredare la propria casa oltre le tendenze: sono questi i tre valori portati avanti da Kartell nella nuova edizione del suo catalogo, curato da Ferruccio Laviani, Art Director e designer di Kartell. Il designer ha un rapporto antico e forte con l’azienda, per la quale ha firmato negli anni molti dei suoi più iconici prodotti. Che ritroviamo nel catalogo accanto alle novità, tra cui la lampada Tea, espressione di un utilizzo consapevole della plastica e del desiderio di riconnettersi alla terra attraverso una scelta cromatica ad essa ispirata.
Ecco come presenta il nuovo catalogo 2023 Ferruccio Laviani.
Qual è il filo conduttore che attraversa il nuovo catalogo Kartell?
Volevamo proporre una visione di Kartell dedicata al prodotto singolo. L’azienda è certamente molto cresciuta e ha un’offerta molto diversa rispetto a quella del passato, che è stata proposta nei precedenti cataloghi come insieme di prodotti diviso per gruppi dedicati a zona giorno, zona living, zona pranzo e così via. Volevamo che la gente non perdesse il focus sul fatto che Kartell è un’azienda di prodotti iconici che hanno una forza preponderante e che tale forza può dare carattere a delle specifiche zone. È stati quasi tutto rifotografato dando meno attenzione alle varie location di interni perché volevamo proprio che la gente vedesse l’oggetto staccato da un contesto per immaginarselo a casa propria.
I colori ricorrenti sono molto naturali e discreti, da cosa deriva questa scelta?
Si cambia nel tempo: anche noi quando avevamo 18 anni vestivamo in modo diverso. Se negli anni ’80 i colori erano più brillanti e più squillanti, oggi, per come siamo culturalmente, abbiamo un’attitudine diversa nel relazionarci con la natura che ci porta ad avere cartelle colore più naturali che si rifanno anche a materiali come terracotta, terra, argille i cui colori sono molto diversi dal passato. Magari tra dieci anni si arriverà a colori molto più acidi. La cartella colore di questo catalogo è legata al momento che stiamo vivendo e probabilmente anche al gusto.
Rileggendole è emerso qualche aspetto in particolare che era passato inosservato alle origini?
Soprattutto alcuni prodotti sono diventati dei veri e propri punti fissi non solo del catalogo Kartell ma in generale del design. Abbiamo celebrato i 20 anni della Louis Ghost e così pure la Bourgie e i componibili di Anna Castelli Ferrieri sono diventati dei punti fissi nel design internazionale. Si sono evoluti, sono cambiati e a seconda dello stile di vita delle persone prendono connotazioni diverse, vivono in mondi diversi hanno “vestiti” diversi a seconda del gusto delle persone. Si evolvono con la società.
Tra le novità in catalogo c’è anche la sua lampada Tea: come nasce questo progetto e a cosa si ispira?
Tea è una lampada a cui tenevo molto ed era per me la visione di oggi di quella che era stata la Take all’inizio degli anni 2000, una lampada da tavolo di design con una serie di caratteristiche. Tea è nata come una lampada da tavolo che potesse essere destinata a un pubblico vasto. E prosegue la ricerca sulla plastica che era già iniziata con la Kabuki e consente di sfruttare una superficie a trame utilizzando la minor quantità di materiale possibile per ottenere un volume. Con una gamma cromatica che si accorda con il gusto di oggi, senza allontanarsi dalla plastica che per me è un materiale ancora più contemporaneo di quanto non lo fosse prima.